Il titolo della mostra è un interrogativo –L’architettura può essere poesia?-, ma chi conosce Carlo Scarpa sa che in realtà una domanda del genere, riferita alle sue opere, ha soltanto una risposta: sì.
Durante una conferenza all’Akademie der bildenden Künste a Vienna, il 18 ottobre 1976, Scarpa affermò che l’architettura non può essere poesia se la natura del progettista non è poetica. E che in questo architetto abitasse l’anima di un poeta, a cui l’essenza stessa delle cose sussurrava il da farsi, ormai è indubbio.
La mostra del MAXXI è stata realizzata in un’unica sala ma è talmente ricca che non basta “visitarla”, bisogna star lì qualche ora non soltanto per poter fruire di tutti i documenti messi a disposizione -anche attraverso percorsi o strumenti multimediali intuitivi e accessibili-, ma anche per riuscire a cogliere tutti i segni che il complesso monumentale Brion invita a decodificare e che autori come Guido Guidi e anche Riccardo de Cal, con il docufilm del 2007, hanno cercato di penetrare. Sono presenti alla mostra del Maxxi i disegni originali dell’architetto veneziano e diciassette fotografie delle seicento scattate da Guidi al complesso monumentale.
«Per un decennio Guido Guidi (Cesena 1941) è andato a fotografare la Tomba Brion: una ricerca avviata nel 1996 su commissione del CCA di Montréal che il fotografo ha portato avanti autonomamente producendo oltre 600 fotografie che restituiscono una visione inedita e poeticamente rivelatrice di questo capolavoro dell’architettura di Scarpa» (dal comunicato stampa della mostra).
Attraverso questo immenso portfolio si comprende anche come per Guidi fotografare significhi capire. «Fotografo per capire […]. La sostanza è questa: voglio capire», affermava durante l’intervista rilasciata a Mirko Zardini. Ecco perché la dimensione del tempo diviene fondamentale nel suo lavoro ma anche nella valutazione delle sue fotografie. Capire implica infatti un impegno: la fatica dell’indagine, della ricerca problematica. È attraverso esso che compare nelle immagini di Guidi il senso della Tomba Brion, che non sta semplicemente nell’intento di onorare la memoria del fondatore della Brionvega. È proprio il tempo che in quest’opera architettonica ha un’importanza capitale. Il complesso monumentale Brion è un concerto sinfonico, in cui ogni elemento sembra accordato con il resto in perfetta armonia e sembra “collaborare” al divenire di natura e artificio, poiché l’intero cambia di ora in ora, di giorno in giorno e attraverso piccoli gesti –la goccia che cade sempre nello stesso punto o la luce che insieme con la materia disegna le ombre, dando a esse forma e vita- si slancia verso il futuro perennemente innovandosi. E Guidi -favorito forse proprio dal suo modo di procedere nel fotografare- coglie questa particolarità che aleggia nello spazio che ospita la Tomba Brion e in cui «si riflettono smaterializzandosi i ritmi scanditi nel cemento»1.
Plutarco ricorda che Simonide di Ceo «definisce la pittura poesia muta e la poesia pittura che parla»2, l’opera di Scarpa né sta muta né parla ma, come ebbe a dire Valery per certe opere architettoniche3, più verosimilmente essa canta.
Note
1. The Brion cemetery. Un'ora con Carlo Scarpa, 1971, video-intervista di Maurizio Cascavilla.
2. Plutarco, De Gloria Atheniensium, 3, 346f-347a; La gloria di Atene, trad. it. I. Gallo, M. Mocci, D’Auria Editore, Napoli 1992, p. 50 e p. 51.
3. Cfr. Paul Valery, Eupalinos, trad. it. di Vittorio Sereni, Mondadori, Milano 1947.
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L’architettura può essere poesia?
Carlo Scarpa e Guido Guidi: la Tomba Brion a San Vito d’Altivole
Disegni e fotografie dalle collezioni del MAXXI Architettura
a cura di Francesca Fabiani e Guido Pietropoli
Dal 16 giugno 2012 al 13 gennaio 2013
MAXXI – Centro Archivi MAXXI Architettura
via Guido Reni, 4A - Roma
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Guido Guidi and Mirko Zardini in Conversation, intervista: https://www.youtube.com/watch?v=iFEVojrJhHE
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Fotografie
Guido Guidi, Tomba Brion, San Vito d’Altivole
Collezioni di Fotografia MAXXI Architettura, Roma
C-print, cm. 24 x 30
Didascalie disegni di Scarpa in ordine di apparizione:
1. Archivio Carlo Scarpa, Collezioni MAXXI Architettura, Roma.
Tomba monumentale Brion, San Vito d’Altivole. Il padiglione sull’acqua – idee preliminari e vedute di insieme, [Studio prospettico del padiglione sulla vasca grande], s.d., matita e matite colorate su carta da spolvero strappata a mano, 30x76 cm.
2. Archivio Carlo Scarpa, Collezioni MAXXI Architettura, Roma.
Tomba monumentale Brion, San Vito d’Altivole. Il tempietto – angelo nell’angolo nord [studi per l'angelo "Ufficium sepulcri"], s.d.,matita su carta tipo extrastrong, 27x22 cm.
3. Archivio Carlo Scarpa, Collezioni MAXXI Architettura, Roma.
Tomba monumentale Brion, San Vito d’Altivole. L'ingresso dal vecchio cimitero comunale – propilei [Pianta, sezione e prospetto dei propilei; studi assonometrici. Scala 1:20], s.d., copia eliografica, matita e matite colorate su carta, 60x77 cm.